E anche per quest’anno Isonzo beach, la Copacabana de Piuma, si farà l’anno prossimo. O quello dopo, chissà. Rimandata per mancanza di beach, perché è venuto giù un pezzo e rimetterlo a posto costa, tanto.
Un intervento da qualche milione di euro, secondo i tecnici del Comune, qualche decina di migliaia di euro, secondo Ziberna, tipo la questura alle manifestazioni. Dipende molto da quanto si intenda per qualche decina, trecento potrebbe essere un numero congruo. Tutto è relativo.
Vi risparmio il florilegio di annunci degli anni passati sulla realizzazione dell’ultima spiaggia degli zibernauti. Non so se ha inaugurato a parole più Isonzo beach o l’ascensore, o il Central park, o il castello con annesso teatro tenda e bastione fiorito, o la nuova piazza Transalpina, o il centro commerciale en plain air in via Rastello, o il mercato a scelta coperto o scoperto, o il parcheggio di via Manzoni, o la riqualificazione di casa Rossa, o il carcere europeo all’ex ospedale, o le centinaia di posti di lavoro in aeroporto, o villa Louise, o il Palabigot, o il tapis roulant in galleria Bombi, o le piste ciclabili in corso, o il biciplan, o il piano del traffico, o la nuova illuminazione a led, o…
Mancano due tre statue equestri per lui e i suoi più stretti collaboratori, e un Pantheon, dove seppellire a imperitura memoria la quantità industriale di annunci caduti nel vuoto cosmico questi ultimi sei anni di amministrazione di destra. Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare. Sì, di balle. Andrea Picco
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