Valuterà l’opzione semaforo. Eh sì, l’ambulanza fa fatica a passare, dopo il restyling di via Aquileia. Peccato che, come riportano qualche riga dopo i portavoce del Tribunale del malato, le ipotesi di un altro accesso al pronto soccorso, da via lungo Isonzo Argentina per la precisione, siano rimaste solo sulla carta. Peccato.
Ma chissà come mai, son rimaste sulla carta. Bisogna ritornare indietro di qualche anno, ma neanche tanto, eh, entro i cinque appena passati. Precisamente quando succede il pasticciaccio brutto di corso Italia: fallimento della ditta vincitrice dell’appalto, cantiere aperto e mai chiuso – davanti a casa mia c’è ancora il cartello, come da foto – perché ad esempio mancano le ciclabili obbligatorie da finanziamento, costo raddoppiato, fideiussione in Bulgaria irrecuperabile, addirittura gli onori della cronaca nazionale per un’inchiesta su un cartello di aziende che si spartivano gli appalti pubblici in tutta Italia, inchiesta “partita da Gorizia”.
Imbarazzo in giunta, e perle di saggezza in commissione: “la merda, più che te la missi, più la spuzza”. E qual è la relazione tra le due vicende, tra il soccorso pronto e il corso? Che i soldi, stanziati allora dalla regione per fare l’entrata del pronto soccorso in via lungo Isonzo Argentina, su richiesta alla regione stessa dell’ora come allora sindaco Ziberna vengono dirottati sul completamento di corso Italia.
In aula, Ziberna dice le stesse cose, o scuse, che leggiamo oggi. Tralasciando la più ridicola, quella della preferenza delle ambulanze di girare a destra, perché credo che ognuno di noi sappia che a sirene spiegate le ambulanze hanno via libera ovunque e le auto devono accostare a destra, ed è impossibile avere percorsi in cui si gira solo a destra, mi soffermo sulla più vigliaccata. Sedicenti dirigenti Asugi – allora in aula se non ricordo male aveva detto operatori del pronto soccorso – avrebbero affermato che non si sarebbe guadagnato tanto tempo con la nuova entrata rispetto al giro che deve fare ora l’ambulanza.
Ora provate a quantificare quel “tanto tempo”, cosa può significare “tanto” quando lottate tra la vita e la morte. Quanto vale anche un secondo in meno di tempo per arrivare in ospedale, quando dentro l’ambulanza c’è la vostra, la nostra, pellaccia e non quella di generici dirigenti Asugi – perché non fa i nomi di chi ha detto questo? – no, meglio spostare i soldi sulla voragine di corso Italia.
Ora che con i nuovi lavori in via Aquileia la carreggiata si è ulteriormente ristretta, quanto importante sarebbe l’entrata in via lungo Isonzo Argentina? Poi, quando sul Piccolo leggeremo ambulanza bloccata dal traffico, muore in coda in via Aquileia, magari facciamo mente locale: non serve, tanto non si guadagna tanto tempo, i soldi li mettiamo sul corso, tanto la gente cosa vuoi che si ricordi. Andrea Picco
Ed il rinnovo dell’illuminazione pubblica è ferma al… palo.