Un altro cantiere da avviare con tutte le incognite che ciò porta con sé. La Sinagoga di Gorizia è chiusa ormai da tempo immemore e fino a qui nulla di nuovo. Ciò che, invece, emerge oggi leggendo Il Piccolo (mai siamo stati informati dalle comunicazioni del Sindaco, spazio del Consiglio comunale che di fatto il primo cittadino non usa mai) è che per riaprirla ci vogliono 300 mila euro perché è necessario procedere con alcuni interventi, non strutturali, ma non banali: adeguamento degli impianti elettrici, del sistema antincendio, predisposizione dell’accesso ai disabili… Non si escludono, inoltre, altre migliorie non meglio definite e altri costi per il restauro.
E’ possibile che riapra al pubblico a inizio 2024? Considerando l’importo dei lavori che non sarebbe compatibile con un affidamento diretto, bensì con una procedura negoziata senza bando e considerando che si deve appena procedere all’affidamento io propenderei per un no.
Ennesima manifestazione di annuncite? Direi di sì, se poi dovessero stupirci con effetti speciali sarò la prima a esserne felice.
Un’altra storia, infelice, è quella legata al mancato finanziamento dell’opera con bando regionale (il progetto presentato è entrato in graduatoria ma chissà quando e se verrà scorsa), alla possibilità in alternativa di accedere ad altri canali di finanziamento o, ultima ratio, alla messa a disposizione di fondi comunali essendo l’edificio di proprietà del Comune.
Insomma, i soldi non sarebbero un problema. “In questi mesi non siamo stati con le mani in mano” tuona l’Assessore Oreti (excusatio non petita?), il quale sostiene che hanno individuato i lavori da compiere e le risorse con cui farvi fronte (anche se ancora non si sa quali saranno).
Ma da quando è chiusa la Sinagoga ve lo ricordate? Dal 2020… Tre anni sono passati e ancora i lavori non sono stati affidati. È lecito chiedersi se la riapertura sarà possibile a inizio 2024, ovvero tra poco più di nove mesi? Eleonora Sartori
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