Solo a Gorizia si verifica lo strano caso di Consiglieri presenti assenti (comodamente collegati da casa) e Consiglieri assenti (perché usciti dall’aula) ma considerati presenti.
Facciamo un po’ di chiarezza. Se a inizio seduta non si raggiunge il numero legale è prima di tutto un problema della maggioranza. Sono in 25 e possono tranquillamente garantirlo da soli. Quando il Sindaco parla di una “manciata di consiglieri irresponsabili” voglio ben sperare che faccia riferimento ai “suoi” e non certo agli altri.
Non basta: la capigruppo serve per concordare ASSIEME tempi e modi di svolgimento dei lavori dell’aula. Dall’insediamento del nuovo Consiglio comunale ciò non è MAI avvenuto. Abbiamo più volte fatto presente che la maggior parte dei Consiglieri lavora (e menomale!), che iniziare le sedute troppo presto non consente a tutti di presenziare sin dall’inizio. Rispetto alla seduta di ieri in molti avevano sollevato la difficoltà a presenziare a due Consigli così ravvicinati (quello di lunedì è terminato quasi alle due del mattino) perché anche chi gode di permessi retribuiti come la sottoscritta si pone un problema etico: è opportuno assentarsi dal lavoro due giorni alla settimana? La risposta che io mi do è NO, a prescindere dalla legittimità dell’assenza.
Ed è normale, secondo voi, ricevere i documenti in discussione qualche ora prima della seduta?
Sembrava, insomma, non si potesse proprio convocare la seduta il 26 aprile, cosa che invece puntualmente avverrà visto che proprio mercoledì prossimo dovremo recuperare quella di ieri! (senza costi aggiuntivi in quanto seconda convocazione).
Ma veniamo ai fatti: ieri si attende un po’ troppo per l’appello, lo si fa in modo particolarmente lento, si chiama il nome del Conigliere Tomasin collegato da remoto ma NON si sente la sua voce… Capiamo che non hanno i numeri e scegliamo di uscire. Perché? Per una dimostrazione di forza, certo, per non essere ancora una volta presi in giro da chi utilizza il regolamento a proprio piacimento.
In un clima normale, che da tempo non si respira in aula, sarebbe bastato chiedere la cortesia di attendere i ritardatari. Noi avremmo risposto affermativamente o, nel caso non lo avessimo fatto, allora sì avremmo potuto essere accusati di irresponsabilità. Invece nulla ci è stato chiesto perché in Consiglio comunale nulla si chiede ma tutto si impone, con la forza dei numeri (si veda la scelta dei coordinatori delle commissioni) che però ieri non c’erano.
Sottolineo alcuni aspetti preoccupanti rispetto alla correttezza dei lavori e alla tenuta democratica dell’assise: il collegamento da remoto, consentito da un regolamento che non abbiamo votato perché pieno di lacune, deve essere preventivamente comunicato in seno alla capigruppo, deve essere motivato da situazioni di emergenza o da cause di forza maggiore (lo studio non è tra queste) ma, soprattutto, deve essere in grado di appurare senza ombra di dubbio la presenza del Consigliere collegato: in pratica lo si deve vedere e sentire. Temevamo che l’approvazione di questa modalità mista sarebbe servita solo per tutelare la maggioranza in caso di numero legale “ballerino” e ieri ne abbiamo avuto la prova.
Hanno cercato fino alla fine di affermare che il numero legale c’era, contando i due consiglieri collegati da remoto che ancora non si erano né visti né sentiti (oltre a Tomasin annunciato in corso d’opera si è aggiunto anche Altinier nemmeno annunciato) contando un altro consigliere che aveva inserito la tessera dopo la chiusura dell’appello, Comolli, ma non ci sono riusciti. La Segretaria comunale stessa non ha potuto difendere l’indifendibile, l’illecito sarebbe stato troppo grande e ha constatato l’assenza del numero legale.
Un’ultima nota sull’appello: non esiste alcun vuoto normativo rispetto alle sue modalità. Le tessere elettroniche che ci vengono fornite a inizio seduta servono per attivare i microfoni e per registrare gli interventi e le votazioni ma MAI il loro inserimento è stato utilizzato per accertare il numero legale, altrimenti perché si procede con l’appello nominale?
Il Consigliere deve rispondere PRESENTE quando viene chiamato e questa è da sempre l’unica modalità valida per accertarne l’effettiva presenza.
E’ capitato, infatti, più volte che alcuni consiglieri si assentassero dall’aula senza disinserirla ma ciò non ha mai costituito un problema. Ricordo, anzi, che qualche mese fa il Consigliere Tomasella si era allontanato dall’aula per un tempo piuttosto lungo e magicamente è stato registrato il suo voto (qualche burlone ha votato al posto suo?). Il voto era stato registrato proprio perché la tessera era regolarmente inserita nella sua postazione. In quell’occasione avremmo dovuto denunciare il fatto nei modi previsti dalla legge ma abbiamo deciso di lasciar perdere perché la sospetta azione stupida e irresponsabile non influiva sull’esito finale e perché non volevamo esacerbare ulteriormente gli animi.
Arriva però la famosa goccia che fa traboccare il vaso e questo momento è avvenuto ieri. C’è un regolamento e tutti devono rispettarlo, anche la maggioranza. Esistono il confronto e la dialettica anche se non abbiamo mai potuto fino a oggi esercitarli in Consiglio. Infine esiste il rispetto della minoranza e anche di questo si sente molto la mancanza. Eleonora Sartori
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