In principio fu “un concorso internazionale di idee per la piazza Transalpina ‘. Architetti da tutto il mondo per ridisegnare il luogo simbolo della prima capitale europea transfrontaliera della cultura. E giù soldi, ma almeno sono un investimento: chi vincerà poi realizzerà un’opera che resterà per sempre. No. Vince un’opera che puoi realizzare magari a Parigi o a New York, ma non tra Nova Gorica a Gorizia, perché costa uno sproposito e mantenerla ancora di più. Risultato: paghi i vincitori ma già da subito si capisce che non sarà realizzata e bisogna preparare un tacon, sperando che sia meglio del buso.
Cosa si fa, cosa non si fa? Intanto passa il primo anno, alla capitale ne mancano tre e mezzo. La prima toppa è ridimensionare il progetto. Strada abbandonata dopo un po’, rimpiazzata da una nuova richiesta di nuove idee per la piazza. Nuovi studi di architetti con nuovi progetti, e giù nuovi soldi. Risistemazione della piazza, ma stavolta minimal, non ci sono troppi soldi e comincia a scarseggiare anche il tempo, perché la burocrazia ha le sue tappe da rispettare, se poi sono due burocrazie diverse da soddisfare, auguri.
Il tempo scorre: mettici le due tornate elettorali nei due comuni che fanno perdere un altro anno. Mettici che i direttori di Go 2025 cambiano più delle idee sulla piazza – e pare che ci sia un nuovo avvicendamento a breve: manca un anno e mezzo…mah – mettici che l’idea di fare l’Epicenter, un edificio a cavallo del confine complica le cose, morale della favola oggi si abbandona l’impresa.
Il luogo simbolo resterà così per sopraggiunta ansia da prestazione: manca troppo poco tempo, non ce la facciamo a fare niente. Meglio, in realtà, era una porcheria. Scampato pericolo. Ma l’opera mancata assurge già a paradigma dell’era Ziberna: progetti pagati moltissimi, sparate sui giornali come se piovesse, poi niente. Vedi alla voce Palabigot: nel 2025 avremo una struttura unica nel suo genere da Padova a Lubiana. Passano i mesi e “siamo costretti a rivedere il progetto al ribasso, costa troppo”. Il guaio è che la gente da sei anni è felice di farsi lo spritz con le sue balle quotidiane. Contenti loro… Andrea Picco
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