Il secondo lapidario della discordia è stato inaugurato ieri alla presenza di un bel po’di nostalgici del fascio e dell’immancabile labaro della Decina Mas, accanto a quello degli Alpini.
La Lega nazionale ha il suo trofeo, complice un’amministrazione che da lì pesca il suo consenso da decenni. Sarà stato invitato il sindaco di Nova Gorica, in nome della città unica che tanto sbandierava Ziberna l’altro giorno davanti agli studenti delle scuole medie? O lo ha invitato per oggi, alla festa della vera liberazione di Gorizia, come la chiama lui?
Sembra quasi che per lui si stesse meglio prima, cioè sotto i nazisti. Con l’ipocrisia di ricevere la Decima Mas e inaugurare poche ore dopo qualche pietra d’inciampo, di parlare di città unica e poi farneticare su liberazioni della città dal giogo titino, di normacosssettizzare ogni intervento che fa sull’argomento a puro scopo propagandistico, senza uno straccio di documento che non siano gli Annales Uritiani del cercatore di foibe mobili, con questo andazzo ci avviciniamo alla capitale europea della cultura, chiagnendo slanci di amore verso gli sloveni e fottendo nostalgie nazifasciste alla biondo dio, ariano per la precisione.
Il problema è che questo clima si nutre del silenzio degli indifferenti, di quelli che manco si rendono conto che un passo alla volta si va verso il baratro, di quelli che basta che non mi tocchi il mio poi puoi fare quel cazzo che vuoi, di quelli che non votano perché tanto son tutti uguali, di quelli che ma cosa vuoi che mi freghi di ‘ste cose. Un fascista e dieci qualunquisti, fanno undici fascisti, diceva don Milani. Mai frase è stata più attuale. Andrea Picco
All’insegna del “forse, dico forse”, dico che si è lasciato per troppo tempo che quel tenebroso silenzio che tutti ben conosciamo, avviluppasse le menti di coloro che sono venuti dopo e che non potevano conoscere bene i fatti né come si svolsero. Per tutti gli anni ’50, ’60, ’70 e buona parte degli anni ’80, le parti in causa hanno lasciato campo libero alla vox populi che ha fatto tritume delle menti più deboli e le conseguenze le possiamo constatare tutt’oggi e dureranno ancora per molto: rassegnamoci. Chi si è visto trascinar via i congiunti non poteva far altro che far partecipi gli altri del suo immenso dolore. A nessuno è mai stata raccontata, né si è tentato di spiegare, qual era stata l’origine di quella dannata reazione che tanta strage produsse durante quel tremendo maggio del ’45. Oggi, specialmente chi ne è stato coinvolto allora, dà le sue spiegazioni dal suo punto di vista. Ieri, da spettatore a làtere, ho assistito a quella cerimonia. E’ stata una manifestazione all’insegna del “troppo militarismo” che tendeva a rievocare più le gesta di coloro che alla fin fine produssero quella “dannata reazione di quel tremendo maggio ’45” che non a voler riappacificare gli animi di coloro che oggi tentano di capire come si svolsero i fatti. Il risultato l’hanno ottenuto; ma non va bene! Per quanti decenni Gorizia dovrà lagrimar sangue senza che almeno l’ombra di una qualche Verità emerga dalle tristi pieghe di questo tragico passato? Grazie Andrea.