Mozione per una Ciclovia della cultura Go!2025 – Kulturno Kolesarsko Pot Go!2025.
Andrà in discussione nella seduta consiliare del prossimo 12 settembre una mozione per imprimere una svolta nella viabilità urbana della città di Gorizia.
La mozione è promossa dall’omonimo comitato e sostenuta dall’adesione delle associazioni che seguono, ha come primo firmatario Andrea Picco, consigliere eletto nella lista “Noi Mi Noaltris Go”:
Arci Gong
Forum Gorizia
Gorizia News & Views
Legambiente
Sì ciclabile corso Italia
FIAB Isontina Bisiachinbici
Ekostandrez
Casa del Popolo
Kulturni Dom
Visionari
Tribunale per i diritti del malato
Libera Gorizia
Friday For Future
Planinsko Slovensko Drustvo (Cai Sloveno)
Manca pochissimo allo storico avvenimento del 2025 che metterà per un anno Gorizia sotto i riflettori dell’Europa e del mondo intero. Ci approssimiamo all’appuntamento della capitale europea della cultura con una certezza: è un’occasione unica per la città. E con una seconda certezza: non ci sarà a Gorizia un’opera pubblica a ricordare l’evento anche negli anni a venire.
In principio il luogo deputato a una grande opera doveva essere la piazza Transalpina, che i futuri cittadini di Gorizia e Nova Gorica avrebbero legato simbolicamente alla prima capitale europea transfrontaliera della cultura. Si bandì un concorso europeo, ci fu un vincitore, un’opera faraonica che non avrebbe mai visto la luce perché costava troppo realizzarla. Si cercarono altre soluzioni, meno impattanti e costose, naufragate nelle pastoie della burocrazia. Ad oggi, forse si riuscirà a finire per il 2025 la ripavimentazione della piazza stessa, ad un costo tra l’altro esorbitante: 2 milioni e mezzo di euro.
Altre opere caratterizzanti l’evento non sono previste. I cantieri in città sono molto in ritardo o non sono ancora partiti. La stessa amministrazione comunale li ha posticipati al 2026 per non presentare ai turisti una città costellata di gru.
Eppure un’opera che riassuma il concetto di cultura e di incontro tra popoli è necessaria. Noi pensiamo che si possa, si debba fare.
Si tratta di un collegamento ciclabile tra due luoghi simbolo delle due città, o della città unica, le sue stazioni ferroviarie. Un collegamento che racconta il passato, ma proiettato nel futuro, quello della mobilità sostenibile. Un’infrastruttura “culturale”, perché funzionale a connettere le comunità.
Quale nome più adatto, quindi, di “Ciclovia della cultura”, mutuando l’esempio significativo realizzato per collegare Bergamo a Brescia, capitali italiane della Cultura 2023?
Un percorso dedicato che attraversa tutta la città, per poi allacciarsi alle piste ciclabili esistenti di Nova Gorica e del territorio limitrofo.
Perché una ciclovia urbana è così importante?
– Perché la mobilità sostenibile è il futuro. E tutte le normative obbligano a perseguire la riduzione dell’inquinamento in città, finanziando progetti per raggiungere tale obiettivo
– Perché il numero delle persone in bici, e-bike, monopattini, sta aumentando e aumenterà sempre più, e per la sicurezza di tutti c’è bisogno di percorsi dedicati.
– Perché è dimostrato che gli immobili che insistono nelle vicinanze di aree pedonali e ciclabili e ben servite dai mezzi pubblici acquistano valore. Una ciclovia tra le due stazioni potrebbe aiutare la riapertura di molti negozi ora chiusi e diventare un’attrazione turistica permanente per attraversare la città e conoscere i suoi tesori culturali e ambientali.
Una ciclovia dedicata su sede stradale è un’opera:
- duratura
- a basso impatto ambientale, basso costo di realizzazione e manutenzione
- che abbatte le emissioni di CO2, alleggerisce il traffico e promuove stili di vita più sani
- che aumenta la sicurezza degli utenti cosiddetti “deboli” (pedoni, ciclisti e disabili)
- che rende più attrattiva la città per turisti e visitatori
- che fa bene al commercio e alle attività economiche, come dimostrano tutte le esperienze consolidate in Italia e in Europa.
Per promuovere la cultura della bicicletta, affermata ovunque in Europa, è sufficiente riprodurre modelli ampiamente collaudati e apprezzati. Gli esempi non sono solo le grandi città, ma le tante città piccole e medie che sono diventate amiche della bicicletta. Bolzano, Ferrara, Mantova o Modena, ma anche Chiampo, Chiavari, Cupra Marittima, Pasiano di Pordenone, Porto Sant’Elpidio, Saronno, Grado e moltissime altre città allargano i centri pedonali, moltiplicano i percorsi ciclabili per abbattere il traffico veicolare e così hanno incrementato notevolmente sia la vivibilità urbana che l’attrattività turistica.
Basterebbe anche solo applicare il vigente Piano del traffico, che già prevede da quasi vent’anni la realizzazione di un itinerario ciclabile su sede stradale che attraversa la città.
Chi oggi arriva a Gorizia trova invece una città con una viabilità confusa, priva di una modalità definita di protezione e sicurezza per ciclisti e pedoni, e che non valorizza appieno le sue tante attrattive culturali e ambientali.
Non dimentichiamo inoltre che nel Biciplan della Regione Friuli Venezia Giulia si dice chiaramente che per una rete ciclabile urbana efficace è necessario connettere gli itinerari tra:
- i principali poli attrattori di traffico diffusi sul territorio (poli scolastici e universitari, uffici, complessi ospedalieri, ecc.)
- i principali nodi di trasporto pubblico (stazioni ferroviarie, stazioni metropolitane, parcheggi di interscambio, ecc.)
- i grandi sistemi ambientali (parchi, corridoi verdi, aste fluviali, ecc.).
La Ciclovia della cultura è un’opera che possiamo realizzare nel tempo che resta da qui al 2025, con un potente messaggio simbolico: connettere in modo sostenibile due realtà che hanno vissuto in passato una tragica divisione, ma che oggi sono in grado di declinare la parola “cultura” anche nel rispetto dell’ambiente per consegnare alle future generazioni un lascito prezioso.
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