A meno che…
La vicenda delle dimissioni “spontanee ma non politiche” di due assessori in una settimana ha tenuto banco ieri sera in Consiglio comunale. Se già sulla prima aleggiano molti dubbi, sulla seconda poi le nubi si fanno ancora più fitte.
A meno che…
Fossero dimissioni spontanee, dall’operazione Beltrame architettata durante la campagna elettorale per accaparrarsi quella fetta di elettorato più vicina alla curia, che poi ha fatto la differenza in termini di voti al ballottaggio, uscirebbe con la giacca sporca proprio Beltrame stesso, ieri sera ringraziato per il lavoro svolto dai banchi di maggioranza e opposizione. È utile ricordare, infatti, che Ziberna con un vero e proprio coup de theatre lo aveva investito dell’assessorato proprio in occasione di quello strano confronto tra i due contendenti al ballottaggio organizzato a San Rocco.
A meno che…
Ieri sera Beltrame non sembrava un assessore volutamente dimissionario. Aveva piuttosto l’aria di un “obbedisco”. Mio malgrado, obbedisco. E poi ci sono i tempi. Ziberna continua a sostenere la fiaba delle dimissioni concordate, ma se lo sai hai anche il piano B pronto.
A meno che… a meno che le dimissioni di Beltrame non siano liberamente obbligate da Ziberna, che si è trovato una crisi bella e buona e ha sacrificato l’unico assessore tecnico che aveva in giunta. Quando Bellan si dimette, Ziberna non ha pronta nessuna soluzione. È chiaro che in giunta si apre in quel momento un problema politico, reso esplicito ieri sera dal capogruppo dell’UdC: il Sindaco non si è accorto che si è formato un nuovo gruppo in Consiglio comunale? Se ne accorgerà in futuro, ha detto a bocca asciutta, ma non per l’emozione. Ziberna non vuole dare all’ UdC un assessorato, eppure sarebbe la soluzione più semplice: esce una donna, entra una donna, le quote rosa sono rispettate, Beltrame resta al suo posto e si continua. E invece non va così.
A un anno da Go 2025 si inventa un assessorato dedicato in cui, snobbando tutte le consigliere di maggioranza, mette Patrizia Artico, più un sindaco ombra che un portavoce in questi anni, si rimangia l’importanza di Gusti di Frontiera eliminando l’assessorato dedicato, fa dimettere Beltrame e sovraccarica il povero Lazzeri della delega al bilancio, con tutti i problemi che questo comporta, per, dulcis in fundo, dare a Daidone – quota Bellan che quindi rimane intatta – l’assessorato allo sport, creato ex novo pure quello. Beltrame, giocoforza, obbedisce, e deve pure dire che se ne va sua sponte. Seguono a cascata deleghe ripartite tra i vari assessori.
L’operazione ha un che di diabolico, e come prima conseguenza crea un -3: il trio dell’UdC si fa sentire eccome. Aggiungeteci Turco che da qualche settimana fa parte per se stesso, fanno quattro non così pronti alla morte come quando un anno fa Ziberna chiamò. E poi c’è Oreti: fallito l’assalto in Regione, scavalcato come assessore alla cultura da tutto e da tutti, con la Artico sopra di lui ad occuparsi di Go 2025, potrebbe mollare la poltrona che avrebbe dovuto essere la più ambita di tutte a pochi mesi da Go 2025 per la corsa a sindaco di Gradisca.
È passato solo un anno, la capitale della cultura è alle porte, e la giunta ha due assessori nuovi, uno ancora suo malgrado lontano dalla sua nuova ulteriore delega del bilancio, non una cosa da poco, e uno che guarda altrove perché l’ hanno fatto fuori. E la maggioranza che frigge. Non male, come bilancio di un anno di mandato. Andrea Picco
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