Anche questa notte Piazza Vittoria è stata un dormitorio all’aperto per una sessantina di persone. Sulle coperte e sui sacchi a pelo, chi cercava di dormire, chi di leggere qualcosa, chi di trovare conforto parlando con i propri vicini. Una decina di volontari si aggirava, prendendo atto delle necessità degli uni e degli altri. Un pakistano, con un evidente crocifisso al collo, spiegava a chi lo voleva ascoltare di essere venuto per fuggire dalla guerra e per ricostruirsi una vita in Europa. I bar erano pieni per il digestivo della notte e i cittadini transitavano veloci, gettando uno sguardo compassionevole su questa povera umanità dolente. Del resto, sembravano dire gli occhi di tutti, dove potrebbero andare per sfuggire alla trafila di divieti affissi sulle reti dei parchi cittadini? In effetti, quei volantini appesi ovunque, ricordano molto l’apartheid. Forse è arrivato il momento della disobbedienza civile, della trasformazione di tanti richiedenti asilo e di molti cittadini che si vergognano di tali prescrizioni in novelli Rosa Parks che contrastano pacificamente un potere ottuso e arrogante.
E' molto strano che un cristiano pakistano si aggiri in ordine sparso nella massa. I cristiani asiatici sono organizzatissimi, non e' possibile che non abbia un contatto preciso cui affidarsi. In ogni caso e'preferibile contattare l'associazione Pakistani Cristiani in Italia, con sede a Roma.