Si è celebrata ieri la Festa del lavoro.
Come, penso, tutti ricordano, la Costituzione considera il lavoro elemento fondante della democrazia.
Il lavoro conferisce dignità alla persona, le riconosce un ruolo all’interno della società, la legittima alla cittadinanza.
E’ il lavoro, infatti, che promuove la persona alla dignità di cittadino, con ciò riconoscendole il diritto di essere parte attiva nella vita dello Stato.
Questo fino ad oggi ma in un futuro ormai prossimo potrebbe non essere più così.
Un esercito di robot è alle nostre porte. Ci sono quelli che somministrano i farmaci agli anziani, quelli che aiutano i ragazzi a fare i compiti, che caricano la lavastoviglie, che tolgono la polvere e via di questo passo.
Nelle industrie, per esempio in quelle automobilistiche, un robot svolge il lavoro di dodici operai.
E’ chiaro che, con queste premesse, ci avviamo verso una società nella quale il lavoro non sarà più la principale attività delle persone, per lo meno non di tutte.
Occorre, allora, ripensare i nostri stili di vita e di comportamento e rivedere le stesse basi del vivere comune.
Il primo problema che si pone è quello del sostentamento di chi un lavoro non potrà averlo.
Varie sono le proposte avanzate anche nel nostro Paese, dal reddito di cittadinanza al reddito di inclusione sociale.
Qualunque sia la forma che le si voglia dare, appare, in ogni caso, imprescindibile che qualche misura vada presa, come già avvenuto nella maggior parte dei Paesi più sviluppati.
Dove trovare le risorse?
La proposta più innovativa è stata quella avanzata da Bill Gates, che ha suggerito di tassare il reddito prodotto dai robot. Le modalità sono tutte da studiare ma è sicuramente un tema da approfondire.
Né questa è l’unica questione sul tappeto.
Recentemente, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che prevede l’istituzione di un regime assicurativo obbligatorio per i danni provocati dai robot, la creazione di un fondo di risarcimento per la riparazione dei danni stessi nonchè l’immatricolazione dei robot con l’iscrizione in un registro specifico dell’Unione.
E’ stata anche avanzata l’idea del riconoscimento dello status giuridico dei robot, che devono essere considerati “persone elettroniche responsabili di risarcire qualsiasi danno da loro causato, nonché eventualmente il riconoscimento della personalità elettronica dei robot che prendono decisioni autonome o che interagiscono in modo indipendente con terzi”.
Insomma, un mondo nuovo si apre innanzi a noi!
Chissà se le prossime feste del lavoro vedranno sfilare cortei di robottini con i loro striscioni e le relazioni dal palco inizieranno con un bel “C’era una volta…”.
So.Sa.
Siamo nel diecimila avanti Cristo. È sera, gli uomini discutono animatamente attorno al fuoco. L'anziano chiama la calma attorno a sé ed emette la sentenza: «Questa nuova invenzione, la zappa, distrugge la nostra società, che si basa sul lavoro di cacciatori e raccoglitori. La zappa, in particolare, fa concorrenza sleale ai raccoglitori. Il suo utilizzo non è sicuro e potrebbe causare feriti o addirittura morti. A causa sua molti raccoglitori perderanno il lavoro e aumenteranno le disuguaglianze. Dobbiamo disciplinarne l'uso e tassarne il possesso».
La tassa sulla zappa non è né più irrazionale, né meno giustificata della tassa sui robot proposta da Bill Gates e altri. Se suona paradossale, è soltanto perché, col senno di poi, chiunque capisce che la zappa al pari di ogni altra innovazione tecnologica del passato è stata un formidabile strumento di incremento della produttività. Grazie alle nuove tecniche agricole, i nostri lontani progenitori hanno potuto aumentare la resa dei campi e nutrirsi meglio; hanno anche potuto allocare le loro risorse (il tempo e la forza muscolare) ad altre attività, mettendo in moto quello straordinario processo di innovazione e specializzazione produttiva che ci ha condotto fino a oggi, garantendo (in media) a ogni generazione un tenore di vita superiore a quello della generazione che l'ha preceduta.
Mi sembra che la situazione sia profondamente diversa sotto moltissimi aspetti.
Ho sempre avuto molta ammirazione per gli scrittori e i registi di libri e film di fantascienza perché sanno leggere i segni del futuro e molte volte non è tutto rose e fiori come ci vuol far credere So.Sa o i più famosi bill gates ,zuckenberg o soros(che non è più un giovanotto). Sono sempre più sicuro che il mondo che verrà assomiglierà molto alla saga di Terminator.