Spiace deludere chi vede nella rotta balcanica l’unico grande pericolo di contagio.
Ad oggi, in provincia di Gorizia, nessuno degli attualmente positivi è un migrante proveniente dalla rotta.
Sì tratta esclusivamente di rientri dall’estero di serbi, kosovari, bosniaci, bengalesi, domiciliati in Italia e di ritorno da un viaggio nelle terre d’origine, perlopiù Balcani.
Ieri il pericolo veniva dalla Lombardia, oggi da Balcani e Bangladesh, domani chissà, magari Romania o Francia o Spagna, il virus non ha preferenze di tipo etnico né pregiudizi razziali, in questo senso diciamo che è democratico.
Capiamoci, è giusto mettere in quarantena ed effettuare tamponi a chi proviene dalla rotta, ma lo è altrettanto per chi rientra da paesi, per i quali fra l’altro vige attualmente il divieto di ingresso in Italia, e che se ne torna nel nostro Paese senza sottostare alle misure di sicurezza. Il problema dei migranti, che peraltro vengono rintracciati e controllati, è semmai legato alle modalità di “accoglienza” di queste persone, costrette a una convivenza in comunità dove è impossibile mantenere una forma di distanziamento sociale.
l’Italia ha pagato caro il conto della pandemia, è riuscita a tenere sotto controllo il contagio, e ora i casi sono quasi tutti d’importazione, almeno per quanto riguarda la nostra regione.
Ma non dimentichiamoci che in questo momento la pandemia è in fase esplosiva a livello mondiale, altri paesi stanno pagando un tributo elevatissimo in termini di malati e di morti.
l’Italia non è un’isola ed è necessario porre molta attenzione ai comportamenti.
Un ringraziamento corale va al personale sanitario che tanto si è speso ed è stanco e provato e necessita di riposo e di rinforzo prima di affrontare una possibile ondata autunnale.
Il personale dedicato all’emergenza Covid-19 deve essere strutturato, non può rivivere una situazione di risposta all’emergenza fatta di volontarietà ed eroismi.
La seconda ondata è prevedibile.
Le scuole devono riprendere, le attività industriali e commerciali devono continuare.
Non ci sono alibi per farci trovare impreparati a successive ondate.
O stavolta gli abbracci non basteranno. Mariateresa Padovan
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