L’incipit del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità del Comune di Gorizia asserisce che “La Trasparenza delle pubbliche amministrazioni rappresenta un principio cardine dell’intera azione amministrativa, trovando ormai concreta affermazione nella sua definizione di accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”.
Questo significa che tutte le informazioni in possesso dell’Amministrazione Comunale devono essere accessibili al cittadino; ci si potrebbe rallegrare, pensando che questo Comune condivida i principi delle nuove leggi e voglia applicarli. Poi si viene a sapere che il sindaco di Gorizia non ha fornito, qualche tempo fa, ai consiglieri comunali, rappresentanti dei cittadini, una copia del PAL (Piano Attuativo Locale dell’Azienda Sanitaria), che era in suo possesso e sul quale doveva dare il suo parere nell’ambito della Conferenza dei Sindaci. E allora si comincia a non capire più: ma allora il sindaco vuole la trasparenza oppure no? Non si capisce neppure perché Ziberna abbia rifiutato di discutere il PAL in consiglio comunale, anche di fronte alla richiesta specifica di un consigliere comunale dell’opposizione.
Il primo comportamento è un rifiuto della trasparenza, che è ormai un diritto riconosciuto dalle leggi 33/2013 e 97/2016 e l’altro è un rifiuto di democrazia. Il sindaco di Gorizia, certamente la persona di maggiore peso nell’ambito della Conferenza dei sindaci della Provincia, ha quindi deciso di dare all’Azienda Sanitaria il suo parere personale e non quello della sua comunità: qual è il senso di questa decisione?
La conseguenza è certamente quella di dare all’Azienda Sanitaria un parere obbligatorio mutilato, che non può rappresentare quello della città. E infatti i cittadini e i loro rappresentanti non hanno saputo ad esempio, tra l’altro, che la fuga di pazienti verso altre realtà ospedaliere o verso il privato aumenta, che aumentano le convenzioni ( gli accordi in base ai quali si pagano soggetti esterni per erogare prestazioni ai propri assistiti ), che sono stati spesi 10 milioni in più, senza che si sappia in quale modo.
Per tornare alla trasparenza dell’Ente Comune, inoltre, il comma 6 dell’art.10 della legge 33/2013 impone che ci siano per ogni amministrazione “apposite giornate della trasparenza senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Ebbene nel Programma triennale per la trasparenza 2014/2017 del Comune di Gorizia questo articolo viene tranquillamente saltato, semplicemente non se ne parla. Il Comune di Gorizia inserisce, come dovuto per legge, nel suo sito la sezione “Amministrazione Trasparente”, ma elimina dalla stessa un elemento caratterizzante della legge stessa, il momento di presentazione e di discussione con i cittadini.
Insomma sul sito del Comune si dice che si vuole la trasparenza, ma poi all’atto pratico non si dà “l’accessibilità totale delle informazioni”. E per di più si “dimentica” nella sezione “Amministrazione Trasparente” di dire che sono state istituite le giornate della trasparenza. Perché non si vuole che abbiano luogo. Rosamaria Forzi
Rispondi